La Criosfera a febbraio: ghiacci artici ai minimi, ma tantissima neve
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- 7 mar 2018
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La criosfera è la parte della Terra ricoperta da ghiaccio e comprende, tra l'altro: i ghiacci marini delle regioni polari, le regioni coperte dalla neve stagionale e perenne, i ghiacci continentali di Groenlandia e Antartide. L'estensione della criosfera cambia con la stagione e le sue anomalie sono analizzate nel dettaglio per valutarne lo stato di salute.
Un'immagine della Terra con evidenziate le aree ricoperte da ghiaccio e neve fa capire come queste in inverno occupino una grande porzione del Pianeta: questa è la carta relativa alla fine di febbraio.

Al fine di valutare i cambiamenti climatici è importante confrontare l'estensione attuale dei ghiacci artici con quella della media climatica di riferimento, dato che essa risulta piuttosto sensibile a variazioni anche minime del clima stagionale.
A febbraio l'estensione media della superficie marina ricoperta da ghiaccio nell'emisfero nord è stata di 13,95 milioni di Kmq, la più bassa dell'era dei satelliti, 1,35 milioni di Kmq meno della media trentennale di riferimento e 160 mila Kmq meno del record dello scorso anno.
La carenza di ghiaccio non è uguale dappertutto, come si può vedere dall'immagine ricavata dai satelliti confrontata con la linea media di riferimento.

I ghiacci sono particolarmente carenti nel Mare di Bering, dove arrivano a malapena a coprire lo Stretto omonimo, e nel Mare di Barents, dove a stento hanno raggiunto le Isole Svalbard.
A contribuire a questa situazione di scarsa crescita o addirittura riduzione dei ghiacci durante il mese sono state le forti incursioni di aria mite sull'Artico centrale, fenomeno complementare alle irruzioni di aria gelida alle medie latitudini. Mentre in Europa arrivava il gelo siberiano, al Polo Nord si avevano temperature di quasi 30 gradi sopra la media e nella Groenlandia settentrionale (ad oltre 83 gradi di latitudine) la temperatura ha superato lo zero formando aree di mare aperto nella banchisa polare.
Dall'altra parte del globo i ghiacci marini antartici hanno raggiunto il minimo stagionale tra il 20 ed i 21 febbraio con 2,18 milioni di Km, secondo risultato più basso nell'era dei satelliti, a soli 70 mila Kmq dal record dello scorso anno. Un segnale positivo è comunque il fatto che i ghiacci sono tornati a crescere molto presto, oltre 2 settimane in anticipo rispetto al solito, guadagnando terreno rispetto alla media.
In contrapposizione alla situazione dei ghiacci marini, tutt'altro che rosea, c'è l'estensione e la quantità di neve caduta a livello globale. Nell'emisfero boreale la superficie media di terreno ricoperto da neve a febbraio è stata di 46,29 milioni di Kmq, cioè 700 mila Kmq più della media di riferimento. Se questo valore non è particolarmente significativo, ciò che più impressiona è la quantità di neve presente al suolo, misurata in termini di volume d'acqua equivalente.

Come si nota nel mese di febbraio, solitamente l'innevamento rallenta, fino a raggiungere quasi l'equilibrio tra neve caduta e neve sciolta verso fine mese. Quest'anno ciò non è accaduto ed il rateo di incremento è rimasto praticamente uguale ai mesi precedenti, già sopra media. A fine mese i depositi di neve sono arrivati a registrare quasi 1000 Km cubi di acqua equivalente oltre la media del periodo. Ovviamente anche in questo caso un ruolo importante è stato giocato dallo stratwarming.
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Dati ed immagini dal National Snow & Ice Data Center, dalla Rutgers University e dal Canadian Cryospheric Information Network.
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