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La carta della temperatura a 850 hPa

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La carta della quota geopotenziale degli 850 hPa è la più utilizzata ed importante dopo quella dei 500 hPa. Il motivo è dovuto al fatto che tale quota è considerata quella più prossima al suolo, in cui i movimenti delle masse d'aria non sono più rallentati dall'attrito con il suolo (a meno delle catene montuose ovviamente), siamo quindi al bordo di quello che si definisce strato limite planetario. Analizzando l'andamento della temperatura alla quota geopotenziale di 850 hPa, si nota che le escursioni termiche diurne spariscono, a meno delle brezze, questo perchè è proprio il suolo il principale responsabile delle escursioni termiche diurne. Il terreno di giorno si scalda rapidamente (con velocità molto diversa a seconda della sua natura) ed irradia nell'infrarosso la radiazione che riceve dal sole, così facendo esso scalda l'aria negli strati più bassi, molto più di quello che riesce a fare la radiazione diretta del sole; questo è il motivo per cui la temperatura nella troposfera diminuisce all'aumentare della quota. Togliendo l'effetto del suolo, alla quota degli 850 hPa non solo le escursioni termiche diurne spariscono, ma come detto in precedenza, le masse d'aria si muovono senza essere "frenate" dall'attrito del terreno. Osservando, quindi, la carta delle temperature a 850 hPa, è possibile seguire i movimenti (avvezioni) delle masse d'aria a temperatura diversa, riuscendo a prevedere in modo abbastanza fedele gli andamenti termici dei giorni a venire ed i movimenti dei fronti caldi e freddi. L'avvezione di aria a temperatura diversa, può essere dovuta alla situazione sinottica, in questo caso si possono seguire le masse d'aria percorrere migliaia di chilometri ed andare a provocare variazioni di temperatura su grandi scale: è questo il caso per esempio delle irruzioni fredde invernali dovute alle avvezioni d'aria artica, o delle ondate di calore dovute alle correnti di scirocco spinte dall'anticiclone africano. Le avvezioni possono essere anche su scale più piccole, come per esempio per le brezze di monte: in questo caso si possono osservare delle escursioni termiche diurne, dovute però agli spostamenti delle masse d'aria tra monte e valle.

La temperatura a 850 hPa influenza abbastanza direttamente la temperatura al suolo, ma la differenza ta le due non è fissa per due motivi fondamentali: la quota degli 850 hPa non è sempre la stessa, ma può variare mediamente tra i 1200 ed i 1800 metri, ed il gradiente di temperatura tra il suolo e gli 850 hPa può cambiare molto a seconda del momento della giornata, delle condizioni di pressione e copertura del cielo, precipitazione, umidità ecc. Per prevedere, quindi, la temperatura in un luogo, la prima informazione che si riesce a stimare con giorni d'anticipo è la temperatura a 850 hPa, seguendo i movimenti delle grandi masse d'aria. Per stimare la temperatura al suolo, però, bisogna prevedere anche altri fattori molto più difficili, per questo le previsioni delle temperature al suolo sono affette da errori notevoli (e fanno impazzire coloro che aspettano magari la neve in pianura).

Per capire l'importanza di questa carta basta confrontare un'animazione della temperatura al suolo, con una di quella a 850 hPa. Nella prima (temperatura al suolo) le escursioni termiche diurne rendono di difficile individuazione i movimenti delle masse d'aria, che diventano invece facilmente tracciabili nella seconda (temperatura a 850 hPa).

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Carta della temperatura a 850 hPa del freddissimo 7 gennaio 2017.

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Carta della temperatura a 850 hPa del 1 agosto 2017.

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