Gli effetti del Burian: cosa c'è da aspettarsi
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- 24 feb 2018
- Tempo di lettura: 3 min
Nel nostro post dedicato allo stratwarming abbiamo spiegato i meccanismi che stanno spingendo l'aria artica continentale sull'Italia. A poche ore dall'evento cominciamo a vedere quali possono essere i suoi effetti. Prima di tutto prendiamo a spunto il modello ICON e la carta della temperatura a 850 hPa (circa 1400 metri di quota) dal sito Meteociel, per mostrare la traiettoria dell'irruzione gelida.
Come si può vedere dalla carta, il nucleo di questa autentica bomba gelida ha temperature inferiori ai -24 °C a 850 hPa. Per fortuna, non ce ne vogliamo gli appassionati di eventi estremi, la parte più fredda non giungerà sull'Italia, ma in tutte le nostre regioni settentrionali entrerà comunque aria con temperature inferiori a -12 °C a 850 hPa. Queste termiche sono di tutto rispetto e possono essere ascritte di diritto ad "evento meteo", sicuramente il più significativo dell'inverno in corso, e tra i più significativi degli ultimi anni.
Vediamo le previsioni del modello ECMWF per l'apice del freddo.

Come è ovvio, l'arrivo di aria a queste temperature avrà effetti sul meteo molto importanti, che vanno oltre il semplice abbassamento repentino delle temperature. Per capire meglio quali possano essere le conseguenze dobbiamo spiegare quali siano le caratteristiche di questa aria.
Innanzi tutto partiamo da dove essa ha origine: le steppe siberiane. In questa regione, la temperatura durante l'inverno si abbassa notevolmente a causa dello scarso irraggiamento solare ed alla lontananza dal mare. Questo lungo stazionamento dell'aria, sempre più fredda, la fa compattare nei bassi strati dell'atmosfera, generando un forte campo di alta pressione (definito appunto termico). A causa di meccanismi complessi, in cui in questo caso gioca un ruolo importante lo stratwarming (di cui abbiamo ampiamente parlato), questa massa d'aria è stata spodestata dai suoi luoghi d'origine e spinta in direzione dell'Europa. Durante il viaggio l'aria sta incontrando solo terre emerse (da qui la definizione "continentale") e la sua temperatura si sta stemperando di poco, mantenendo quasi inalterate le sue caratteristiche: si tratta di aria molto secca, gelida e compatta nei bassi strati (definita per questo "pellicolare").
Sull'Adriatico arriverà quindi una massa d'aria dello spessore di circa 3000 metri (pochissimo rispetto ad altri tipi di fenomeni) molto fredda quindi già dagli strati più bassi e molto secca. Al passaggio sopra le acque dell'Adriatico, le prime acque che la massa d'aria incontra nel suo tragitto, gli strati d'aria immediatamente a contatto con l'acqua molto più calda, si riscaldano e si caricano di vapore. Si tratta di una quantità molto bassa in senso assoluto (a causa del poco spazio a disposizione), ma ricordiamo che sopra questo sottile strato di aria scaldata ed inumidita ci sono strati estremamente più freddi. Appena la massa d'aria arriverà sulle coste Adriatiche, il primo strato a contatto con il terreno si solleverà leggermente andando subito a "toccare" gli strati superiori più freddi. Scendendo repentinamente di temperatura, anche quel poco di umidità raccolto sarà troppo per restare in una massa d'aria così fredda, dando vita a nevicate a quote bassissime. Ovviamente sui rilievi esposti ad est il fenomeno è molto amplificato e la neve potrà cadere in modo molto più copioso.
Un altro fenomeno non trascurabile è che il contrasto di aria fredda con le acque, ma anche con i terreni, molto più caldi può far comparire praticamente dal nulla dei vortici depressionari locali. Li evidenziamo a titolo d'esempio con dei cerchi neri su una carta dei venti previsti.

Questi vortici (associati a minimi locali di pressione) hanno due effetti, da una parte aumentano la permanenza dell'aria sull'acqua e quindi lo scambio di vapore, amplificandone l'effetto precipitativo una volta arrivata sulla terraferma, dall'altra possono "piegarne" la traiettoria facendo in modo che anche i versanti tirrenici possano sperimentare fenomeni simili a quelli spiegati per l'Adriatico, oppure far arrivare aria fredda molto più a sud rispetto a quanto inizialmente previsto, oppure ancora esporre a sollevamento orografico e quindi a neve copiosa, versanti esposti in direzione teoricamente sfavorevole.
Tutto ciò per dire che, una volta stabilito l'arrivo di un'incursione di aria artica continentale sull'Italia, diventa assai difficile fare previsioni locali di neve, dato che proprio la posizione e la permanenza di questi minimi di pressione (praticamente impossibili da prevedere anche con poche ore di anticipo), determinano l'intensità dei fenomeni locali. Quello che possiamo dire è: consultate i bollettini meteo ufficiali se dovete fare delle attività all'aria aperta o se dovete viaggiare e... attenzione alle sorprese!
In ogni caso cercheremo nel nostro piccolo di tenervi aggiornati e di fare delle previsioni di neve nei prossimi post.
Per il momento, da prendere con le molle, mostriamo una possibile previsione di neve per l'Italia per le prossime 72 ore, ma possiamo assicurarvi che cambierà...

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