top of page

Giorni della merla ancora sotto l'anticiclone, poi meteo più dinamico

  • Immagine del redattore: L'autore
    L'autore
  • 29 gen 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

I giorni della merla, cioè quelli dal 29 al 31 gennaio, sono considerati tradizionalmente quelli più freddi dell'anno. A smentire la tradizione quest'anno ci penserà un massiccio anticiclone, che sarà ancora protagonista dopo aver caratterizzato gran parte di questo mese di gennaio. Dalla carta delle anomalie geopotenziali a 500 hPa è evidente l'entità di questo promontorio anticiclonico, che ripara quasi tutta Europa dal freddo e dalle perturbazioni.

Gli effetti sulle temperature sono altrettanto evidenti: se escludiamo gli effetti delle inversioni termiche locali, che portano le temperature minime ad abbassarsi sensibilmente nelle pianure e nelle valli, le anomalie termiche a 850 hPa sono significative, arrivando a superare i 10 gradi in alcune regioni.

Queste condizioni meteo sono una specie di disastro per vari motivi, dallo scioglimento precoce delle preziose nevi alpine, che rischia di vanificare l'abbondanza di queste settimane, all'aggravarsi della siccità al Centro-Sud, ai livelli di smog nelle grandi città, per finire agli sconvolgimenti dei normali ritmi naturali di piante ed animali.

Per fortuna l'inverno non è finito ed il mese di febbraio è ancora potenzialmente in grado di fornire quella dinamicità di temperature e precipitazioni normale per questo periodo. Nei prossimi giorni l'anticiclone si ritirerà più a sud e più ad est, permettendo l'afflusso di aria via via più fresca sull'Europa, Italia compresa. Fino a fine mese sarà un lento ritorno delle temperature verso i valori medi del periodo, con ancora scarsità di fenomeni sul nostro Paese. 

A partire da mercoledì i primi piovaschi cominceranno ad interessare le regioni tirreniche, ma sarà a cavallo tra giovedì e venerdì che si avrà la tanto attesa svolta meteo, con il passaggio di una veloce perturbazione. Il cambio di circolazione sarà dovuto al rinforzo dell'alta pressione in Atlantico ed indebolimento sull'Europa, con conseguente ondulazione del flusso zonale. Non si tratterà ancora di scambi fortemente meridiani, ma comunque ciò basterà per far affluire sull'Italia aria originaria dalle coste del Canada, che attraversando l'Oceano diventerà meno fredda ma più umida.

Attualmente la traiettoria più probabile porta a pensare che nella giornata di giovedì le precipitazioni interesseranno maggiormente le regioni medio-tirreniche

mentre venerdì sarà la volta delle regioni meridionali.

In entrambi i giorni la quota neve comincerà da quote molto alte, scendendo man mano con il proseguire delle precipitazioni, ma non c'è da aspettarsi neve al di sotto degli 800-1000 metri in Appennino, mentre sulle Alpi sarà molto più bassa, ma solo oltre confine.

Con la nostra analisi ci fermiamo a sabato, perché la dinamicità prevista porta a grosse incertezze sulle previsioni oltre le 120 ore. Possiamo dire che la dinamicità probabilmente proseguirà, con il meteo che dovrebbe assumere caratteristiche invernali, ma affermare che possa arrivare il gelo continentale sull'Italia, come paventato da qualche autorevole(?) sito, è ancora eccessivamente azzardato. Per avere qualche previsione più concreta su questa possibile fase fredda, bisogna aspettare almeno 3-4 giorni.

PS: se ti è piaciuto questo articolo condividilo per aiutarci a crescere

Carte PivotalWeather e Wetterzentrale - modello GFS

Comments


aboutus

Ilmeteonelmondo è sviluppata per hobby da un appassionato di meteorologia.

I dati sono ottenuti da fonti meteo ufficiali o comunque il più possibile attendibili.

Le previsioni meteo sono personali e basate sui principali modelli meteorologici.

bottom of page