Il ritorno del grande assente: l'anticiclone russo-siberiano
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- 19 gen 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Dopo un avvio d'inverno insolitamente mite sulla Russia, negli ultimi giorni le temperature sono scese in picchiata, raggiungendo valori estremamente bassi, anche per regioni abituate al grande freddo. Sulla Russia centrale ci sono attualmente anomalie termiche negative di oltre 20 gradi in un territorio grande un paio di volte l'Europa.

Il raffreddamento dei bassi strati atmosferici avrà come naturale conseguenza la formazione di un fortissimo campo di alta pressione, tipico dell'inverno, noto come anticiclone russo-siberiano. Questa figura barica solitamente si forma già nelle prime fasi dell'inverno, e ogni suo spostamento provoca ondate di freddo nelle regioni limitrofe. Quest'anno, per vari fattori non completamente noti, l'anticiclone non si è formato, o comunque non con la forza tipica, e questo ha provocato un avvio d'inverno insolitamente mite sulla Russia europea e sull'Europa orientale.
Questa anomalia stagionale si sta per concludere e tutti i modelli prevedono alte pressioni sulla Siberia nei prossimi giorni con valori anche superiori a 1065 hPa.

Una volta formatosi l'anticiclone russo-siberiano è solitamente stabile per settimane, se non mesi, fino al nuovo riscaldamento dovuto al ritorno dell'irraggiamento solare in primavera. La sua posizione, tuttavia, può cambiare andando ad influenzare il meteo dell'estremo Oriente o dell'Europa.
Con il Vortice Polare in stratosfera sempre piuttosto stabile e senza previsioni di grossi sconquassi, le perturbazioni in troposfera sono le uniche a poter spezzare l'equilibrio e spingere le masse d'aria più fredde verso le nostre latitudini, altrimenti siamo destinati ad una seconda parte dell'inverno prettamente mite.
Il disturbo dell'alta pressione siberiana, insieme al previsto sollevamento dell'alta pressione delle Aleutine, andrà finalmente a minare il Vortice Polare troposferico. La prima reazione sarà uno split con freddo indirizzato sull'estremo oriente.

La reazione successiva è tutta da scoprire, ma apre la possibilità all'arrivo del gelo russo sull'Europa tramite la retrogressione di saccature o gocce fredde da est. Ovviamente è solo una possibilità, forse la più concreta attualmente tra le dinamiche che possano portare una nuova fase fredda dell'inverno. Si tratta comunque di meccanismi che hanno bisogno di tempo per realizzarsi e che potranno entrare nel vivo soltanto a fine mese.
Intanto ciò che è certo è che avremo ancora una settimana di tempo mite. A parte un rapido ed innocuo raffreddamento tra domenica e lunedì, si procederà con tempo pressoché stabile e temperature sopra la media soprattutto nei valori diurni, un po' più freddo farà la notte a causa dei cieli sereni.
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Carte da ClimateReanalizer e Meteociel - modello GFS
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