La stagione degli uragani atlantici 2018
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- 1 dic 2018
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Il 30 novembre è terminata per convenzione la stagione degli uragani atlantici, iniziata il 1 giugno.
Si è trattato di una stagione piuttosto intensa, con energia accumulata sopra la media, ma comunque inferiore a quella degli ultimi due anni. L'intensità di una stagione viene calcolata come la somma delle energie accumulate dai singoli cicloni tropicali. L'energia è proporzionale al quadrato della velocità del vento, quindi l'ACE (Accumulated Cyclone Energy) è data dalla somma dei quadrati della velocità massima del vento, misurata ogni 6 ore, diviso 10000 per rendere i numeri più piccoli. L'ACE del singolo ciclone tiene quindi conto sia della intensità che della durata delle tempeste e quelle che raggiungono i valori più alti sono quelle che permangono per molti giorni ad alta intensità. Nel seguente grafico è riportata l'ACE totale nel Nord Atlantico di quest'anno rispetto alla media climatica.

La stagione è partita prima dell'inizio convenzionale con la tempesta tropicale Alberto, sviluppatasi il 25 maggio come tempesta sub-tropicale nel Mar dei Caraibi, trasformandosi in tropicale con venti fino a 100 Km/h una volta raggiunto il Golfo del Messico, per poi trasformarsi in un ciclone post-tropicale il 28 maggio.
Dopo un giugno tranquillo, luglio si è aperto con la tempesta Beryl, attiva tra il 5 ed il 15 luglio, che con la sua intensificazione ad uragano il 6 luglio rappresenta il secondo più precoce uragano a formarsi in quella che viene chiamata "Main Development Region", superato solo dall'uragano Two del 1933.
In contemporanea, tra l'8 ed il 12 luglio, a largo delle coste della North Carolina si formava l'uragano Chris, che raggiungeva rapidamente la categoria 2 con venti a 165 Km/h. Un morto in North Carolina è stato attribuito alle mareggiate legate all'uragano.
Agosto è passato piuttosto tranquillamente con solo due tempeste tropicali Debby ed Ernesto, durate poco più di 48 ore, entrambe con origini sub-tropicali.
Con l'inizio di settembre la situazione è cambiata improvvisamente e gli uragani hanno iniziato a proliferare. Il primo del mese, nell'area di Capo Verde si è formata la tempesta tropicale Florence, destinata a diventare l'uragano con la maggiore energia accumulata della stagione (ACE=37,5), permanendo allo stato di uragano per 8 giorni e a quello di major (oltre cat 3) per quasi 4 giorni, arrivando fino alla quarta categoria.
Nella sua lunga vita, la tempesta ha attraversato tutto l'Oceano Atlantico impattando in modo violento sulla East Coast degli Stati Uniti, provocando il record di pioggia delle Carolinas di 913mm. A Florence sono attribuiti almeno 53 morti e danni per 17 miliardi di dollari.

Mentre Florence eseguiva il suo lungo viaggio, altre tempeste si formavano in Atalntico. La tempesta Gordon è stata attiva tra il 3 ed il 5 settembre nel Golfo del Messico, impattando il confine Alabama-Mississippi.
La tempesta Helene, formatasi più o meno nella stessa area di Florence l'8 settembre, si è rafforzata subito in uragano, divenendo il secondo uragano più orientale per formazione, dopo Fred del 2015. Nella sua traiettoria Helene ha interessato Capo Verde, le Azzorre e, una volta transitato a sistema extra-tropicale, le Isole Britanniche.
Mentre Helene si formava a largo delle coste dell'Africa, lo stesso giorno la tempesta Isaac si formava in pieno Atlantico, dirigendosi verso le Antille. Nel suo tragitto per un giorno ha raggiunto i gradi di uragano.
Sempre negli stessi giorni, tra il 12 ed il 16 settembre, la tempesta Joyce di origine non tropicale andava ad interagire con l'uragano Helene, a causa dell'effetto Fujiwhara, divenendo poi un sistema tropicale a tutti gli effetti. La presenza contemporanea di 4 sistemi tropicali (Florence, Helene, Isaac e Joyce) non si verificava dal 2008.
Il 22 settembre si formava in Atlantico la tempesta Kirk alla latitudine di appena 8.3°N, rappresentando la tempesta tropicale con formazione più prossima all'Equatore dal 1902. Nella sua traiettoria essa entrerà poi nel Golfo del Messico, passando sulle Isole Antille.
Tra il 23 settembre ed il 13 ottobre abbiamo la tempesta più longeva della stagione: Leslie. Si tratta di una tempesta dalla storia particolare: iniziata come non tropicale in pieno oceano il 22 del mese, il giorno successivo ha assunto caratteristiche sub-tropicali, indebolendosi nei giorni successivi e divenendo un sistema post-tropicale. Dopo la transizione essa è tornata a rinforzarsi fino a raggiungere la forza di un uragano il 27 settembre, pur mantenendosi come sistema extra-tropicale. Nei giorni successivi essa ha iniziato ad indebolirsi, ma è diventato di nuovo prima sub-tropicale poi pienamente tropicale, tornando a rinforzarsi fino a divenire un uragano propriamente detto il 3 ottobre. Nei giorni successivi esso si è indebolito e rinforzato, transitando di nuovo a sistema extra-tropicale subito prima di impattare nei pressi di Lisbona, non prima di aver fatto scattare l'allerta di tempesta tropicale su Madeira per la prima volta nella storia.

Il mese di ottobre vede la formazione nel Golfo del Messico della tempesta Michael, attiva per meno di 5 giorni, ma sufficienti per diventare l'uragano più potente della stagione in Atlantico con i suoi venti a 250 Km/h. Michael è stato un vero mostro, a cui sono attribuiti 60 morti tra Stati Uniti, Honduras, Nicaragua ed El Salvador ed oltre 15 miliardi di dollari di danni. Esso detiene anche alcuni record: è stato il più potente impatto sugli Stati Uniti per valori di pressione dal 1969 e per velocità del vento dal 1992, il primo cat 4 a raggiungere la regione della Florida Panhandle ed il primo cat 3 a raggiungere la Georgia dal 1898 (via terra). Una volta attraversato il territorio degli Stati Uniti e diventato sistema extra tropicale, esso ha attraversato tutto l'Atlantico fino a raggiungere le coste del Portogallo.
Contemporaneamente a Michael abbiamo anche la tempesta Nadine che detiene il record di tempesta tropicale con sviluppo più orientale così tardivo nell'anno.
La stagione si è conclusa con l'uragano Oscar, attivo tra il 27 ed il 31 ottobre senza impattare terre emerse.
In totale la stagione ha registrato 15 tempeste tropicali (la media climatica è 12), di cui 8 uragani (media 6,4), di cui 2 major (media 2,7), con un'ACE totale di 128,9 (media 104,2).
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