Verso i primi freddi
- L'autore
- 12 nov 2018
- Tempo di lettura: 3 min
Questi giorni, quasi a voler confermare la saggezza popolare legata all'"Estate di San Martino", sono sotto l'insegna dell'anticiclone, che sta mantenendo tempo stabile in gran parte d'Italia. Ovviamente non siamo più in estate e la presenza dell'anticiclone significa anche grandi escursioni termiche, con temperature massime sì elevate per il periodo, ma anche minime piuttosto fresche e nebbie o nubi basse in pianura e nelle valli.
La situazione sinottica odierna è mostrata nelle prossime due immagini, che riportano i geopotenziali e le temperature a 500 hPa ed i venti a 850 hPa, la quota ideale per stimare le avvezioni termiche.


Come si vede una saccatura artica è disposta sull'Atlantico, subito a largo del Portogallo e la curvatura del flusso si ripercuote anche in bassa troposfera, con le correnti atlantiche che scendono sull'Africa mediterranea o vengono catturate dal vortice depressionario tra Islanda e Gran Bretagna. Il Mediterraneo centrale e l'Italia sono coperte da un promontorio anticiclonico, che si estende in direzione nord-est e che blocca il flusso Atlantico, costringendolo a passare oltre le Alpi. Solo il Nord-Ovest rimane sotto l'effetto di queste correnti umide meridionali, che portano residuo maltempo, mentre nel resto del Centro-Nord i cieli rimangono per lo più coperti da nubi non minacciose.
I primi segnali di cambiamento, pero, arriveranno già in settimana. Ecco la situazione prevista per la notte tra giovedì e venerdì.


Vedendo le carte la situazione in Atlantico cambia radicalmente, la saccatura scompare lasciando appena una piccola goccia fredda a largo del Marocco, mentre la circolazione depressionaria in pieno Atlantico diventa molto più forte. Il risultato è che il flusso sull'Europa è completamente deviato verso nord-est fin sulla Scandinavia e l'anticiclone si solleva sull'Europa centrale e sul Baltico. L'interruzione del flusso Atlantico permette la formazione di un'altra goccia fredda ben più grande sul Mar Nero ed il suo moto retrogrado verso i Balcani. In questa fase i primi spifferi freddi arriveranno sotto forma di Levante e Grecale e soprattutto le regioni del basso Adriatico già si accorgeranno del calo termico.
In avvio della prossima settimana il cambio di circolazione dovrebbe essere radicale ed interessare quasi tutta Italia. Ecco le carte per la notte tra domenica e lunedì.


Vediamo che il cuore dell'anticiclone è ormai sollevato fino al Mare del Nord ed è praticamente isolato, con la sua circolazione oraria. Ad est si incunea, invece, una profonda saccatura che veicola aria molto fredda dall'Artico e parzialmente anche dalla Siberia, che irromperà come bora e tramontana sull'Italia, completando il calo termico. In questa fase, tra martedì e mercoledì, secondo le ipotesi più "estreme" saranno possibili le prime nevicate e/o gelate a quote collinari sia al Nord che al Centro-Sud Adriatico, ma anche se ciò non si concretizzerà, le temperature saranno comunque più fredde della media di vari gradi (mediamente 5), soprattutto sul versante adriatico. Ovviamente per questa ultima fase superiamo i 7 giorni di previsione, quindi siamo ancora nel campo delle ipotesi, ma la configurazione sembra molto solida.
Ecco le termiche a 850 hPa sull'Europa previste mediamente dal modello ensemble di ECMWF nella notte tra lunedì e martedì.

Sul versante Adriatico al momento siamo intorno ai -3 gradi a 850 hPa. L'errore è stimato dal modello in più o meno 2-3 gradi circa, ecco quindi che se si dovessero avverare le configurazioni più fredde, la neve e le gelate potrebbero giungere a quote molto basse. Non resta che attendere i prossimi aggiornamenti.
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