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La Criosfera a marzo: il mese degli estremi stagionali

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  • 6 apr 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Marzo è un mese importante per la Criosfera terrestre, soprattutto per ciò che riguarda l'emisfero Nord, con le banchise polari e l'innevamento emisferico che raggiungono la massima estensione annuale.

L'estensione media mensile dei ghiacci artici a marzo è stata di 14.30 milioni di Kmq, la seconda più bassa dal 1979 (inizio delle misure satellitari) ed appena 30000 Kmq migliore dello scorso anno. Il massimo stagionale è stato raggiunto il 17 marzo con 14.48 milioni di Kmq, anch'esso secondo peggiore risultato dal 1979 e 1.16 milioni di Kmq sotto la media. Ciò significa che, rispetto alla media trentennale di riferimento, al Polo Nord manca una superficie di ghiaccio marino pari a circa 2 volte la superficie della Francia.

La maggior parte di questo ghiaccio manca nel Mare di Bering, situazione che si protrae da parecchi mesi. Anche nell'Atlantico Settentrionale e nel Mare di Barents il ghiaccio è inferiore alla media; nella restante parte dell'Artico, invece, i ghiacci sono nella media e nel Mare di Okhotsk sono di poco sopra la media.

Durante il mese di marzo il ghiaccio marino si è ritirato quasi esclusivamente nel Mare di Bering, a causa dei venti meridionali che ne hanno causato lo scioglimento accelerato per l'avvezione calda e hanno spinto verso nord il ghiaccio restante. Diversa la situazione sul Mare di Barents e nell'area delle Isole Svalbard, dove il ghiaccio è cresciuto durante il mese, grazie alle temperature tra 4 e 7 gradi sotto la media.

In Antartide marzo è stato un mese di rapida crescita dei ghiacci, dopo il minimo stagionale del 20 febbraio. Grazie a questa crescita l'estensione media mensile è stata di 3.53 milioni di Kmq, mezzo milione meno della media di riferimento, grazie anche alle temperature tra 1 e 3 gradi sotto la media sul Mare di Amundsen e sul Mare di Ross. Il recupero è stato importante, se si considera che il minimo era stato di 2.18 milioni di Kmq, il secondo peggiore dal 1979, e 670.000 Kmq meno della media. 

Se dal punto di vista dei ghiacci marini la situazione è tutt'altro che rosea, ben diverso è il fronte dell'innevamento emisferico boreale. L'estensione media della superficie terrestre innevata è stata di 41.83 milioni di Kmq, cioè 1.70 milioni di Kmq superiore alla media. Anomalia positiva distribuita non equamente su Nord-America (+1.15 milioni di Kmq) ed Eurasia (+0.55 milioni di Kmq). 

In America, infatti, quasi tutta l'area è risultata più innevata della media, mentre in Eurasia ci sono state carenze di neve su Turchia, Kazakistan orientale e Mongolia ed abbondanza su Europa e Cina.

Se l'estensione della neve è buona, ancora più importante è lo spessore. Su tutto l'emisfero, infatti, al 31 marzo sono presenti circa 700 miliardi di tonnellate di neve in più rispetto alla media: un'anomalia evidente, che va avanti da tutta la stagione, ed è aumentata proprio nel corso di febbraio e marzo.

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Dati e grafici da: National Snow & Ice Data Center; Rutgers University e Canadian Cryospheric Information Network

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