Facciamo il punto sulla salute dell'Artico alla fine dell'autunno meteorologico
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- 2 dic 2017
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L'autunno meteorologico è terminato il 30 novembre e cogliamo l'occasione per valutare le condizioni dell'Artico in questo periodo di espansione stagionale dei ghiacci. L'estensione dei ghiacci artici è in continuo declino negli ultimi anni ed è uno degli aspetti più studiati in relazione ai cambiamenti climatici, in quanto una delle conseguenze più facilmente misurabili.
Partiamo dall'immagine satellitare dell'estensione del ghiaccio marino confrontata con la media del periodo 1981-2010, del National Snow and Ice Data Center dell'Università del Colorado a Boulder.

Il bianco rappresenta il ghiaccio marino al 30 novembre, mentre la linea arancione il limite medio dei ghiacci nel periodo di riferimento alla stessa data. Si nota che l'estensione attuale è minore rispetto alla media, come ormai accade da parecchi anni a questa parte: per l'esattezza l'attuale area di ghiaccio è di 10,444 milioni di Kmq contro una media di 11,630 milioni di Kmq. Storicamente, al 30 novembre, solo tre anni dal 1979 hanno avuto un'estensione peggiore dell'attuale: 2016, 2006 e 2010.
La maggior parte del deficit di ghiaccio si ha nel Mare di Ciukci, che si presenta ancora con una larga porzione libera, quando invece in questo periodo mediamente il ghiaccio avrebbe dovuto avere già bloccato anche lo Stretto di Bering; nella Baia di Baffin (tra Groenlandia e Canada) il ghiaccio è poco sotto la media, mentre nella Baia di Hudson è leggermente superiore. Dalla parte europea dell'Oceano Artico, il fronte del ghiaccio è più o meno in media nel Mar di Groenlandia (tratto tra Groenlandia e Isole Svalbard), mentre è in ritardo nel Mare di Barents (tra Isole Svalbard e l'arcipelago di Novaja Zemlja); anche nel Mare di Kara c'è ancora un ampio tratto libero dai ghiacci, diversamente da quanto accade in media in questo periodo.
L'anomalia termica della superficie marina fornita dal NOAA mostra come il mare sia molto più caldo del normale soprattutto nel Mar di Norvegia, nel Mar di Barents e nella Baia di Baffin, dove è quindi lecito aspettarsi ancora un ritardo nella crescita del ghiaccio, mentre la Baia di Hudson si conferma più fredda della media.

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